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"I Primi Figli, gli Airi" disse il padre. "Erano un popolo orgoglioso, e invidiavano le stelle nel cielo notturno. Volevano bruciare e risplendere proprio come loro. Per questa ragione, venne dato loro esattamente ciò che desideravano. Nomi."
"Che tipo di nomi?" chiese il bambino.
"Lo stesso tipo di nomi che abbiamo noi, mio caro. Prima di allora, solo le stelle li possedevano. Dopo di allora, furono dati a tutti - proprio come Lana, la luna bianca, risplendente di luce propria."
"Tutti erano diversi gli uni dagli altri, nei loro dettagli, non importa quanto piccoli. Ma alla fine, il loro dono divenne la causa della loro rovina."
"Come morirono?" chiese il bambino.
Il padre esitò per un momento. "Amore, invidia, gelosia, ambizione. Egoismo. Cose molto belle e molto potenti. Cose molto disastrose, se non controllate."

–Vilko Geldaor, a Jona

Gli Airi sono il primo dei tre antichi popoli dei nan.

Me Naan

Gli airi odiavano gli dèi e li invidiavano in quanto possedevano una cosa ai tempi non permessa ai popoli dei nan: l'individualità, da loro denominata Splendore. Costruirono gabbie solari con l'intento di imprigionare alcuni di questi dèi e di rubarne loro luce, ma tutti i loro tentativi si rivelarono vani.

Quando Aguri concesse loro la Prima-mano, gli airi usarono il suo potere per acquisire Splendore. Da quel momento, il popolo degli airi cessò di esistere come un gruppo uniforme e divenne invece un insieme di individui con nomi propri. Questo dono venne poi garantito al resto dei nan.

Rompimuro

Inizialmente, il popolo airico assunse una posizione neutrale nei confronti del Rompimuro causato dagli imirio. Tuttavia, molti scoprirono presto di nutrire un odio innato nei confronti del Vuoto e di tutte le creature provenienti da esso. Guidarono una guerra contro i jen, respingendoli da Geldar e seguendoli al di là del Muro. Gli airi riuscivano più di ogni altra razza ad attraversare l'oscurità del vuoto con facilità, e sfruttarono questo loro vantaggio per esplorare e colonizzare decine di mondi. Coloro che non tornarono mai su Geldar divennero, con il passare dei millenni, un popolo molto diverso dal resto degli airi. Essi vagavano per il multiverso a bordo del loro albero madre, Cha'iir.

Era dei mortali

Relativamente agli altri nan antichi, numerosi airi sopravvissero al Rompimuro e si potevano ancora trovare su Geldar quando già vi camminavano popoli mortali. Venivano chiamati gli Ultimi Soli. Uno di essi, Spedor, guidò gli elfi nello sviluppo della loro civiltà, fungendo essenzialmente da dio in terra per il popolo ilinico.

Ma gli airi non erano così amichevoli con il resto dei mortali: umani e omier veneravano gli dèi e di conseguenza erano considerati nemici. Talvolta un popolo provocava la furia di un Ultimo Sole e non poteva fare nulla contro un immortale. La situazione si capovolse quando gli altier scoprirono di poter usare le gabbie solari degli airi contro gli airi stessi. Ciò fu l'inizio di una lunga guerra che si concluse quando il re degli Ultimi Soli, Leviam, venne sconfitto e rinchiuso in una gabbia gettata sul fondo dell'oceano di Tyoff. Da quel momento, i pochi Airi rimasti smisero di spargere caos tra le civiltà dei mortali.