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Capitolo 1

Ogni mattina inizia troppo in fretta! Sono sempre di corsa: arriva in orario per la lezione sulla Tecnomagia! Non mancare al seminario sulla Alchimia delle Foglie delle Lune!

"Welis! Ricordati di essere presente alla classe del Maestro Tano fra un'ora. Lo sai che scenate ha sempre in serbo, mi raccomando." Mi ricordano ogni giorno i miei compagni.

Essere uno studente all'Accademia di Mormigar non è affatto facile: orari ferrei, tanto sudore e lacrime tutto in nome della tanto agognata... conoscenza! Ah, che parola magica. Un po troppo lunga da pronunciare ogni volta, forse, ma... va bene lo stesso, ci mancherebbe!

Qui tutti gli studenti sono dotati di una mente brillante, di una fame vorage di nuove esperienze, pronti per nuove scoperte accademiche che si spingono ai limiti della ricerca. Senza dubbio è un onore, per me e per qualsiasi altra persona, studiare e vivere in un luogo così.

L'Accademia è un posto fantastico: situata in un altipiano circondato da montagne e colline, attraversato da diversi fiumi più o meno grandi, decorato da un'infinità di eleganti piante esotiche dall'aroma estasiante. Sembra di vivere in un piccolo paradiso... beh, non tanto piccolo a dire il vero. Se lo fosse arriverei in classe sempre in orario! A proposito... SONO IN RITARDO MARCIO! Devo sbrigarmi!

Spesso può essere complicato passare da una zona all'altra dell'Accademia, collegate da diversi lunghissimi ponti o magiche teleferiche, che uniscono diverse sezioni delle montagne. La cosa che più adoro è l'incredibile panorama che si riesce ad ammirare da qualsiasi punto ci si trovi: la natura in armonia con la struttura, unendo il bianco dei magichi blocchi che formano gli edifici con i colori sgargianti e vivaci della natura. Oltre le montagne si estende verso l'orizzonte un imponente deserto di sabbia dorata. Ancora una volta mi stupisco della magia degli studiosi dell'Accademia, che sono stati capaci di creare un oasi immensa, riunendo la vegetazione di ogni area del mondo e riuscendo a mantenerla florida e viva. Ogni giorno questa vista mi spinge a dare il meglio di me, perchè un giorno voglio diventare uno degli studiosi più rispettati di Mormigar. Voglio cambiare il mondo, un passo dopo l'altro. O per meglio dire... ogni corsa estenuante dopo l'altra! E come ogni giorno mi trovo a correre sul ponte principale che collega diverse sezioni di alcune montagne con la Prima Sala dell'Accademia: un'isola fluttuante al centro della valle. Con il respiro affannato mi fermo davanti alla grande porta principale, decorata con delle rune azzurre che si illuminano ad ogni mio passo. La volta si apre per affacciarsi su un lungo corridoio, dove incontro molti altri studenti intenti a chiacchierare con espressioni sorridenti. Ogni tanto incorcio certi miei compagni, che vedendomi correre frettoloso mi gridano: "WELIS! Non mi dire che sei in ritardo anche oggi per la lezione di Maestro Tano!". "Si, lo so! Non mi dire, anche oggi non ho sentito la sveglia". Sorrido, e così fanno gli altri. Sanno bene come sono fatto, e solo all'apparenza sembrano stupiti dalla mia recidiva abitudine d'arrivare in ritardo. Sono incorreggibile. Con un rapido movimento piego il corpo all'indietro, puntando i piedi per terra facendo fischiare la suola delle mie scarpe con il pavimento di piastrelle lucide, in modo da prendere in velocità una curva. Chissà perchè la mia classe dev'essere sempre quella più lontana.

All'improvviso una figura intralgia la mia corsa disperata.

Non riesco a fermarmi in tempo, andando così a cozzare con sorpresa contro la figura vedendo volare in aria un mucchio di libri. Cado a terra, perdendo i miei occhiali che vanno a finire ad alcuni passi di distanza.

"Ouch... la mia testa." Rantolo con le mani per raggiungere gli occhiali, quando sento arrivare un pugno sulla mia testa.

Davanti a me un'immagine sfocata agita le mani in aria, rimproverandomi.

"Con te è sempre così! Ma quando imparerai? Eh? Guarda che pasticcio hai combinato!" Conosco la sua voce. Sorrido.

"Scusa, ho la fortuna sempre contro."

La sento sospirare, per poi abozzarre a sua volta un rapido sorriso. Mi passa gli occhiali.

Indossandoli la guardo in viso, per vedere una bella ragazza dal viso dolce: le labbra sottili, gli occhi allegri, delle lentigini ai margini del piccolo naso e dei lunghi capelli castani.

"Ciao Elea! Brusca mattinata eh?"

"Non mi dire! Un pazzoide ha appena cercato di uccidermi." Ridiamo entrambi.

Rialzandomi vedo a terra tutti i libri che prima trasportava, sono un'idiota.

"Sai, la fortuna è dalla tua parte oggi, a dire il vero", mi dice.

"Aiutami a raccogliere i libri, maestro Tano ci sta aspettando."

"Ah, già! Devo prima prepararmi per un'altra strigliata di orecchie..."

Le ride. "Ma cosa dici? Questa volta andrà tutto bene, devi solo fidarti di me."

Mi passa una mano tra i capelli biondo cenere, aggiustandomi la pettinatura.

"M-ma cosa fai?!" "Rilassati! Così sei presentabile almeno, con questo look sbarazzino che ti ritrovi. Andiamo, non vorremo arrivare in ritardo, no? Ora, reggimi il gioco e lascia parlare me."

Bussiamo alla porta del Maestro, entrando con la grande pila di libri.

"Ah, Elea! Sei tornata giusto in tempo, la lezione sta per iniziare. Grazie per... AH! Vedo che sei arrivato anche tu Welis!" Come da programma mi lancia uno sguardo truce che mi fa rabbrividire.

"Non si preoccupi maestro!" Esordisce Elea. "Welis mi ha incrociata mentre stavo andando a prendere il libri e si è gentilmente offerto di aiutarmi. Se non mi avesse aiutata ci avrei messo di più ad arrivare."

Maestro Tano inizia a fissarmi con insistenza, alzando un sopracciglio nel decidere se credere o meno a quanto detto dalla mia amica. Lo vedo sorridere.

"Ah! Se è così che stanno le cose non ho nulla da dire! C'è di buono anche quando arrivi in ritardo Welis!" Sia io che Elea restiamo sbigottiti. Non ha creduto alla nostra piccola bugia, ma in parte sembra felice del fatto che ci stiamo aiutando a vicenda. Immagino sia tutto apposto allora!

Troviamo posto nella classe, mentre mi giro ad osservare l'espressione gentile del Maestro: le sue rughe alla base degli occhi socchiusi, la barba bianca arricciata nel seguire il viso mentre sorrideva.

È un grande mentore. Severo, gentile e giusto.

Una volta seduti la classe inizia a sfogliare i libri: aprendo la prima pagina una luce proietta sopra ogni copia una specie di pianta luminosa e sferica, che rappresenta una pianta particolare di qualche complesso artificiale.

Maestro Tano si schiarisce la voce, alzandosi dalla cattedra e iniziando a passeggiare per l'aula con una mano piegata dietro la schiena.

"Come già sapete, miei alievi, dieci lune addietro l'Accademia ha fatto un'importantissima scoperta: nel mezzo del deserto di Nuova Rinoa e stato localizzato, in profondità sotto la sabbia, un complesso di strutture antiche ancora inesplorate. Delle rovine, invero. Secondo la nostra secolare tradizione, ogni scoperta è condivisa non solo tra le menti più brillanti già riconosciute dalla nostra istituzione dei Maestri, ma anche con alcuni dei più talentuosi alievi di cui vanta la nostra scuola. Pertanto, fra alcune ore, il consiglio dei Cinque si riunirà per scegliere i dieci studenti più meritevoli per prendere parte ad una emozionante spedizione, per fare luce sul mistero che circonda queste rovine."

Un grido di gioia solleva il morale della classe, ogni allunno estasiato dalla possibilità di essere incluso in questa lista d'onore.

Maestro Tano sorride; ha sempre apprezzato la sete di conoscenza nei suoi alievi. "Ragazzi miei, per questa lezione studieremo quanto scoperto dai nostri ricercatori che già indagano sulle rovine. Mi raccomando: la fame di avventura è meglio saziata se accompagnata con una buona dose di conoscenza. Detto questo, al lavoro!"

Un'altra esclamazione di gioia da vita alla classe, mentre ogni studente inizia a studiare con passione quanto più possibile, per prepararsi al meglio.

Voglio essere parte di questa spedizione. Già penso alle innumerevoli avventure che mi aspettano a Nuova Rinoa. Non posso più aspettare.